Rembrandt of Clocks «Bioslavery» [2018]

Rembrandt Of Clocks «Bioslavery» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
17.12.2018

 

Visualizzazioni:
1191

 

Band:
Rembrandt of Clocks
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Titolo:
Bioslavery

 

Nazione:
U.k.

 

Formazione:
Antonio Liga :: Lead vox, Guitar
Miguel Hermida :: Bass, backing vocals, creepy whispering
Samuel Thelaus :: Drums

 

Genere:
Alternative Metal

 

Durata:
29' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
28.10.2018

 

Etichetta:
Horus Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Rembrandt of Clocks sono un gruppo internazionale basato a Edimburgo, dove un cantante chitarrista italiano, un bassista spagnolo e un batterista svedese s’incontrano e danno il via a questo progetto, che in questo “Bioslavery” arriva al proprio debutto discografico assoluto, saltando la trafila degli Ep, demo eccetera. Tuttavia, anche con 26 minuti effettivi e 7 tracce (se si escludono un intermezzo e un outro), i RoC arrivano alla fine dell’album con un po’ di fiatone.
Il discorso è infatti che nell’alternative rock/metal di “Bioslavery” non è tanto la musica che non va, a parte il brutto vizio di cominciare con un certo tempo e poi indugiare sui tempi più lenti: è piuttosto il cantato, che categoricamente usa linee vocali poco efficaci e che non fanno risaltare i brani. Certo, i primi due brani pur non facendo gridare al miracolo sono comunque non male per l’andamento, ma già dalla seconda parte della terza canzone si sente una certa anonimità che arriva, e che penalizza la quarta canzone, così come la sesta, che tra l’altro finisce anche incompleta, sfumata mentre il cantante sta andando avanti e quando di fatto la canzone non è finita. E dopo una settima canzone carina ma non essenziale, si arriva già alla fine, con un brano anche non male ma senza troppi pregi in particolare. Questo è “Bioslavery”, un disco un po’ corto e che non è male, ma che alla fine dei conti non ti fa impazzire.
È evidente che i RoC sono ancora una band acerba, che ha fatto forse il passo un po’ più lungo della gamba e che deve trovare una propria identità, specialmente dal punto di vista del cantato. Essendo solo l’inizio, diamo una sufficienza d’incoraggiamento a questi ragazzi, ma per arrivare a qualcosa di più c’è da lavorare.

Track by Track
  1. Remnants of clocks 70
  2. Bioslavery 65
  3. Stalker stroking my arm 65
  4. LOL Fuck the System... I guess 60
  5. Moondrift - Intermezzo S.V.
  6. For the queen of may 55
  7. The barter 60
  8. Nightingale 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl pubblicata il 17.12.2018. Articolo letto 1191 volte.

 

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